Passa ai contenuti principali

Le società sportive dilettantistiche a responsabilità limitata


 Nel 2002, con la legge numero 289, viene introdotta in Italia una rilevante novità nell'ambito delle forme giuridiche con cui è possibile svolgere l’attività sportiva dilettantistica.

Accanto alla storica forma dell'associazione, l'articolo 90 di quella legge delinea la forma della società di capitali, anche cooperativa.

In realtà, il nuovo soggetto (società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata, acronimo SSD a SRL) ha caratteristiche ibride rispetto al diritto vigente: mantiene la natura di impresa commerciale dal punto di vista tributario, ma deve perseguire un fine non di lucro ovvero lo svolgimento di un’attività sportiva dilettantistica, a rilevante impatto sociale e con agevolazioni rilevanti in ambito tributario, sia ai fini delle imposte dirette che indirette.

La scelta di optare per la SSD piuttosto che all'associazione attiene alla necessità di effettuare rilevanti investimenti nella struttura organizzativa in termini di beni materiali nonché di limitare la responsabilità di coloro che investono e promuovono l’attività conservando il potere di controllo sulle decisioni dell'organo volitivo, l'Assemblea dei soci.

Viene meno, in sostanza, l'obbligo di inserire nello Statuto le norme sulla democraticità del rapporto associativo previste per le ASD e si applicano le norme del Codice Civile.

Non vengono meno due fondamentali norme tributarie agevolative:

1.    l'articolo 148 comma 3 del TUIR (DPR 917/1986) che prevede la non commercialità degli incassi per corrispettivi legati ad attività rese in diretta attuazione degli scopi istituzionali “nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti di altre associazioni che svolgono la medesima attività e che per legge, regolamento, atto costitutivo o statuto fanno parte di un'unica organizzazione locale o nazionale, dei rispettivi associati o partecipanti e dei tesserati dalle rispettive organizzazioni nazionali”;

2.    la possibilità di applicare la normativa della legge 398 del 1991: si tratta di una legge che prevede sia per l'imposizione diretta (IRES), assimilata alla diretta (IRAP) e indiretta (IVA) una tassazione forfetizzata molto favorevole. Su quali corrispettivi? Su tutti quelli che non sono inclusi nella definizione di cui al punto 1 con in più l'esclusione dei proventi ricavati da raccolte pubbliche di fondi e di quelli, per chi ha optato per la legge 398, relativi a due eventi annui aperti al pubblico sino a un massimo di poco superiore ai 50.000 euro.

Le SSD devono altresì rispettare nello statuto e nell'atto costitutivo altri principi:

1.    gli amministratori non possono ricoprire cariche sociali in altre ASD o SSD svolgenti la stessa attività sportiva;

2.    la carica di amministratore non può prevedere compensi;

3.    devoluzione del patrimonio ai fini sportivi dopo lo scioglimento;

4.    obbligo di conformarsi alle norme e direttive del CONI e della Federazione o Ente di promozione sportiva cui si aderisce.

Ricordiamo che la SSD deve obbligatoriamente iscriversi al Registro del CONI per poter godere di tutte le agevolazioni tributarie e, disponendo di partita IVA oltre che di codice fiscale, deve entro 60 giorni dalla costituzione, presentare in via telematica il modello EAS all'Agenzia delle Entrate.

Dal punto di vista contabile, oltre alle peculiari norme e tecniche previste per le ASD, dovrà tenere le scritture previste dal Codice Civile per le società di capitali.


Commenti

Post popolari in questo blog

Amatori sportivi volontari e lavoratori sportivi nelle ASD e nelle SSD

Uno degli aspetti più rilevanti della riforma del diritto sportivo è proprio l'aspetto giuslavoristico e quello della tutela assicurativa e pensionistica Il 1 settembre 2021 dovrebbe (il condizionale è d'obbligo in Italia) entrare in vigore una parte importante di quella che è considerata una vera e propria riforma della disciplina giuslavoristica e contributiva del lavoro sportivo, sia dilettantistico che professionistico. Scompare, infatti, la distinzione storica professionista/dilettante per introdurre una dicotomia ancora più marcata tra due tipi di nuove figure:  l'operatore sportivo volontario  (che definirei OSV) e  il lavoratore sportivo  (che definirei LS). L'OSV è un  volontario , un soggetto che presta la propria opera nelle ASD senza ricevere, sia in modo diretto che indiretto, alcuna retribuzione o mirare a finalità di lucro. Facciamo però un paio di premesse. Chi sono le ASD e le SSD che applicano la normativa agevolata? Si tratta di  associazioni  (ASD) o

Cancellare i debiti e tornare a vivere

Non è molto diffusa in Italia la conoscenza sulle leggi esistenti che tutelano coloro che si trovano in uno stato in cui il proprio patrimonio personale non è sufficiente a far fronte ai propri debiti, ovvero in uno stato che si puo' definire di "sovraindebitamento". Si tratta di debiti verso società finanziarie per prestiti personali, mutui stipulati con banche ed istituti finanziari, ma anche debiti verso l'Agenzia delle Entrate o l'INPS o enti locali come Comune, Regione, per tasse, contributi e tributi in genere. La prima legge in materia risale al 2012 ma di recente, nel mese di luglio 2022, è entrato in vigore un insieme di leggi in materia di crisi da insolvenza , sia di impresa che personale di persone fisiche, conosciuto come Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza (D.Lgs.14/2019). Un intervento organico che non ha del tutto spazzato via però la legge del 2012; un intervento però importantissimo, che ha innovato e, forse, migliorato, tutto

APS, ODV, Enti del Terzo Settore: i limiti alle tariffe ed il mantenimento della qualifica di ente non commerciale

La basilare gratuità delle prestazioni Lo spirito con cui nasce la riforma del Terzo Settore è impregnato del concetto di gratuità delle prestazioni che un tipico ente del Terzo Settore, non impresa, dovrebbe fornire. Le fonti di finanziamento di tali enti, proprio perchè dotati del “bollino” di qualità di iscritto al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, dovrebbero sorgere da finanziamenti pubblici e privati, donazioni, elargizioni. Tuttavia quasi mai queste fonti si rendono sufficienti a coprire costi e spese. Una APS (Associazione di Promozione Sociale) ma anche una ODV (Organizzazione Di Volontariato) spesso devono chiedere contributi specifici a titolo di rimborso delle spese sostenute sia per la cessione di beni che per la prestazione di servizi che non sono considerati “commerciali” ovvero delle attività di interesse generale di cui all'articolo 5 del Codice del Terzo Settore (D.Lgs.117/2017), incluse quelle accreditate o contrattualizzate o convenzionate con le amm